
L'identikit del territorio nel Rapporto socio-economico.
L’Unione montana dei Comuni del Mugello va a caccia di finanziamenti europei. Lo farà attraverso il Piano Strategico che definirà le priorità e i progetti da realizzare nel periodo 2014-2020. Intanto, per farlo, ha prodotto con il lavoro di una società specializzata il Rapporto socio-economico 2013 nell’ambito del programma “Il Mugello pensa futuro” (partito con una fotografia iniziale del territorio scattata dalla Relazione statistica elaborata dagli uffici dell’Unione e continuato col percorso partecipato svoltosi tra ottobre e novembre scorsi). Il rapporto socio-economico fornisce, in sostanza, l’identikit del Mugello con un excursus di lungo periodo, di 50 anni, sulle dinamiche demografiche, sociali ed economiche, e un approfondimento specifico sugli ultimi 10-12 anni. E proprio esaminando il periodo 2001-2011 (cioè confrontando i dati degli ultimi due censimenti) si sfatano diversi “luoghi comuni”: il Mugello appare come un territorio economico forte, industrializzato, e con un’economia locale che ha visto una crescita importante anche del settore dei servizi, oggi primo settore per numero di addetti. Negli anni 2001-2011 infatti l’occupazione mostra nel Mugello una crescita complessiva del 10%, con un balzo del settore dei servizi e un contributo importante del settore agricolo-forestale, con risultati positivi della metalmeccanica e una perdita, ma meno sensibile rispetto ad altre zone della provincia, del comparto manifatturiero che è stato per molti anni la punta di diamante della crescita economica. Un territorio con un tessuto diffuso di piccole-medie imprese, reale forza dell’economia locale, e caratterizzato da una “straordinaria risposta alle molte difficoltà, in termini sia di maggior resistenza al cedimento che di maggior capacità di irrobustimento”. Una crescita che è stata trainata dal settore dei servizi e Barberino (con l’Outlet) e soprattutto Borgo San Lorenzo hanno accentuato il loro ruolo di centri di servizio di area.
A causa delle crisi recenti, il 2008-9 e 2012 il Mugello mostra di aver perduto terreno, dal punto di vista occupazionale sia sull’industria, soprattutto edilizia, e sui servizi ma qui in misura moderata e inferiore rispetto ad altre zone della Toscana dove è andata peggio. Nel comparto turistico, fra il triennio 2000-2002 e 2010-2012 l’aumento di presenze turistiche (a trainare più gli italiani che gli stranieri) è stato molto marcato e colloca il Mugello al secondo posto nel sistema metropolitano fiorentino dopo l’area del Chianti, con una crescita particolarmente forte per quanto riguarda il settore extralberghiero. Negli ultimi 20 anni è stata elevata la crescita di popolazione in Mugello, con una spinta demografica derivata dal fenomeno di “fuga dalla città”, soprattutto da Firenze e area metropolitana fiorentina (cittadini che si spostano dalla grandi aree urbane in Mugello ma che mantengono lavoro e attività nelle aree d’origine) e dalla componente straniera (in prevalenza albanesi e rumeni) ma con una incidenza inferiore rispetto all’area fiorentina e toscana e un rallentamento negli ultimi anni, mentre il saldo naturale (nascite e morti) resta negativo. Negativa invece la situazione nell’Alto Mugello dove continua il declino demografico e recentemente anche produttivo e occupazionale. Il rapporto analizza anche altri indicatori, come il valore aggiunto pro-capite (il Pil reale dell’area), i depositi delle banche (cresciuti nel periodo 2007-2012 con un ristagno nel biennio finale), i valori immobiliari (la diversificazione dell’offerta e dei prezzi tra e nei comuni) ed i redditi dichiarati (le maggiori concentrazioni nella fascia 10.000-33.500 euro, ma c’è anche la presenza di una fascia alta superiore a 100.000 euro). E dalla lettura di quest’ultimi emerge però anche un segnale preoccupante: negli ultimi anni si è allargata marcatamente la forbice tra redditi alti, in crescita, e quelli bassi e bassissimi, ancora in flessione. “Abbiamo messo ai raggi X la nostra economia con questo rapporto che fa un’analisi attenta e precisa della situazione degli ultimi 50 anni e in particolare dell’ultimo decennio - sottolinea il presidente dell’Unione montana dei Comuni del Mugello Giovanni Bettarini -, per individuare le linee d’azione che comporranno il Piano Strategico per essere in grado di intercettare in fondi della programmazione europea. E quel che emerge è un’economia forte, fortemente industrializzata, con qualità in esportazioni e un’alta presenza del settore terziario, cioè dei servizi alla persona - prosegue -, che tiene nonostante la crisi, uno sviluppo del turismo in espansione, un incremento notevole nei servizi sociali e una pubblica amministrazione che costa meno. Da questi dati - conclude - ripartiamo per progettare lo sviluppo del Mugello”.