Le Collezioni

Le Collezioni

Ufficio: Ufficio Sviluppo Economico e Culturale
Referente: Sabrina Trilli
Responsabile: Roberto Elefante
Indirizzo: Via Palmiro Togliatti, 45 50032 Borgo San Lorenzo (FI)
Tel: 055-84527209
Fax: 055-84527288
E-mail: s.trilli@uc-mugello.fi.it

Descrizione

La visita al museo si prepara a scuola. E’ sul piano delle motivazioni che si può agire per accostare i ragazzi al museo. Non c'è niente di peggio di una falsa partenza, una visita senza aspettative e senza curiosità. Il primo passo è appunto quell

Requisiti del richiedente

 

Informazioni

E' già questa una prima operazione creativa, una operazione di progetto da parte degli educatori. Una parola che qui abbiamo scelto come leva motivazionale è "COLLEZIONE" una attività che molti bambini cominciano spontaneamente a svolgere, spesso tra le più gelose e personali, fortemente caratterizzata dalle scelte individuali e dalla possibilità di relazioni e scambi con i coetanei.
Un primo suggerimento è partire dal gusto e dall’abitudini a collezionare che alcuni bambini e ragazzi hanno.

La collezione di oggetti risponde ad alcuni importanti bisogni umani che vanno dalla necessità della vita fisica a forme più complesse, riconducibili alla nostra cultura.
Collezionare significa raccogliere.
Le prime collezioni le troviamo nelle tasche dei bambini. Oggetti disparati e inutili, raccolti e conservati. Le tasche sono il più piccolo esempio di museo personale, la prima collezione privata. Ci sono foglie, sassi, conchiglie, figurine, personaggi di un gioco.
Raccogliere un oggetto, sottrarlo al suo mondo per farlo appartenere al nostro, risponde a un bisogno di continuità, di legame. "Sono qui ora, desidero portarmi via qualcosa che mi ricordi questo posto, questo momento; desidero mantenere un legame con questa esperienza".
Il valore di una collezione è un fatto molto opinabile e personale. Per un adulto, un genitore in particolare, una raccolta di sassi ingombranti e polverosi è qualcosa di cui si potrebbe fare volentieri a meno. Chi raccoglie e conserva invece automaticamente crea il valore degli oggetti, trasforma quello che è solo un elemento del conteso in un oggetto di valore.
Una collezione di oggetti ha un valore per chi la raccoglie, per la sua concezione del mondo, per la sua visione del mondo in quel momento. La scommessa del museo è questa: se ha valore per me, ha valore anche per altri. I musei artistici e le pinacoteche sono forse la realtà più evidente di questa condivisione di valori. Altri musei fanno scommesse più azzardate, nelle quali la condivisione va cercata e conquistata.

Un particolare e ulteriore valore viene conferito dall'ordinamento. La Gioconda al Louvre è isolata dagli altri quadri, gode di una illuminazione particolare e provoca con la sua fama, con il suo alone che raggiunge tutto il mondo, assembramenti quasi invalicabili. Se per 50 anni venisse spostata di lì e messa in un corridoio di passaggio, probabilmente verrebbe dimenticata.
L'ordinamento è un gioco. Le collezioni spontanee dei ragazzi non sono statiche, sono soggette a continui rimescolamenti e scelte, scambi talvolta. Sono dinamiche e frutto di continue scoperte e riscoperte. Uno dei primi giochi proposti ai bambini piccoli, prima ei due anni, è il gioco euristico: un sacchetto che nasconde/contiene oggetti vari, selezionati in base a criteri di non pericolosità. Con naturalezza i bambini ne esplorano il contenuto, ne fanno delle esposizioni, ne variano la disposizione, tornano a rimetterli dentro.
Una collezione è un archivio della memoria. Come tale rimane vivo se posso usarlo, aprirlo, esplorarlo. La funzione è il gioco, il godimento estetico, la possibilità di nuove invenzioni.
Questo aspetto è sottovalutato a volte nelle collezioni e anche nei musei. Il Museo è considerato un punto di arrivo, intoccabile. Ma il museo è in realtà un accumulo di stimoli, una raccolta di suggestioni e suggerimenti che ognuno leggerà come meglio crede. Il percorso museale è sicuramente un prodotto inchiodato, fisso, ma il visitatore che si sposta nel Museo lo inventa continuamente, scegliendo soffermandosi, tralasciando, tornando indietro. 

L'ARCHIVIO DELLA MEMORIA -

  1. Il punto di partenza è: per progettare (quindi per organizzare i dati e produrre qualcosa di nuovo, di diverso, di più adatto alle mie esigenze) ho bisogno della memoria. La memoria di singoli elementi potrà tornare utile per avere idee, per costruire qualcosa utilizzandoli come mattoni.
    Ma come immagino di organizzare la mia memoria, come immagino di costruire un archivio della memoria?
  2. In questa fase si chiede quindi di costruire la propria rappresentazione concreta dei ricordi/records (disegni, scritti, oggetti, schede, un modulo continuo, ecc.).
    E come organizzo questi elementi, dove li metto, come li consulto, come li conservo, come li uso?
  3. Ho necessità quindi di progettare un contenitore e degli organizzatori per i dati: degli indici, dei collegamenti, dei raggruppamenti.

Il tutto passa attraverso la concretezza di strumenti in parte realizzati ad hoc con materiali molto semplici ma efficaci, anche perché prodotti da chi li vuole utilizzare, così come se li immagina, come li voleva, come li sognava.

 

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