Amministratore unico Pianvallico, interviene presidente Ignesti

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Precisazioni dopo lettera aperta e articoli apparsi sui media locali

 

In riferimento alla lettera aperta sull’amministratore unico di Pianvallico spa e ai relativi articoli apparsi sui media locali, il presidente dell’Unione montana dei Comuni del Mugello Federico Ignesti precisa quanto segue:

 

L’architetto Alfaioli che ha presentato domanda per la selezione della figura di amministratore unico della Pianvallico spa, ha scritto una lunghissima lettera aperta che ha voluto recapitare alle minoranze - ed è rimbalzata sui media locali -, senza, spiega, “nessun senso di rivalsa o di ‘vendetta’ ma semplicemente una gran voglia di trasparenza”. Una lettera dove l’architetto ricostruisce dal suo punto di vista la vicenda ed esprime sue valutazioni, condendola di illazioni e allusioni, considerazioni gravi e pesanti. Fino a commentare che “tutto dipende dall’“arroganza dovuta alla consapevolezza di poter far tutto senza dover mai rispondere fino in fondo dell’operato”, parlando di un “retaggio culturale gravissimo”. Esercizi di dietrologia, a cui non replichiamo.

Restiamo piuttosto ai fatti. La domanda dell’architetto, unico partecipante al bando, è stata valutata: è stato esaminato sotto un profilo squisitamente tecnico il suo curriculum, con le esperienze segnalate (essenzialmente nei ruoli dell’attività di edilizia di tipo pubblico). Ma il candidato non aveva prodotto un Piano industriale, requisito essenziale richiesto dal bando. Quello che aveva prodotto era, come lo aveva denominato lui stesso, una “ipotesi di progetto pluriennale”: meramente una relazione che individua azioni potenziali nel breve, medio e lungo periodo senza considerazioni di carattere economico. Peraltro con alcune proposte non coerenti con le azioni di contenimento dei costi e di più stretta aderenza ai compiti statutari già intraprese dalla società.

Inoltre il candidato richiedeva per svolgere l’incarico un compenso di 30.000 euro annui, oltre a un trattamento di fine mandato di 2500 euro, senza alcuna diretta correlazione con previsioni di ricavi. Richiesta completamente in contrasto con la linea di razionalizzazione, riduzione dei costi e risparmi assunta dalla società, coerentemente con le disposizioni nazionali.

L’Assemblea dei soci, successivamente, ha ritenuto di prendere altre, legittime, decisioni.

Ultimo aggiornamento: Ven, 18/03/2016 - 12:54