Comune di Vicchio Giornate dedicate a Don Lorenzo Milani ed alla Scuola di Barbiana

Comune di Vicchio
Giornate dedicate a Don Lorenzo Milani ed alla Scuola di Barbiana
Sabato 21 Maggio ore 21,15 Teatro Giotto
"Lettera a una professoressa"
Spettacolo a cura della compagnia teatrale Chille de la Balanza
Domenica 22 maggio - X Marcia di Barbiana
Lago Viola:
ore 10,30 ritrovo per partenza verso Barbiana
Barbiana:
ore 12,00 Saluto del Sindaco ai partecipanti

Seguirà presentazione dei lavori maggiormente significativi realizzati dalle scuole che hanno partecipato al “CONCORSO NAZIONALE LA MEMORIA GENERA SPERANZA - EDIZIONE 2011” con consegna degli attestati di partecipazione.

PER INFORMAZIONI E ADESIONI
     Comune di Vicchio
ufficio segreteria    ufficio cultura
055/84 39 230        055/84 39 225

www.marciadibarbiana.it

 

A VICCHIO SABATO 21 MAGGIO DEBUTTA “LETTERA A UNA PROFESSORESSA”
NUOVA PRODUZIONE DEI CHILLE DE LA BALANZA DI E CON CLAUDIO ASCOLI

Ad apertura delle iniziative su Don Milani, che domenica 22 maggio prevedono l’annuale Marcia a Barbiana, sabato 21 maggio alle ore 21 al Teatro Giotto di Vicchio debutta il nuovo spettacolo teatrale dei Chille de la balanza, prodotto in collaborazione con il Comune di Vicchio ed intitolato Lettera a una professoressa, dall’omonimo libro collettivo degli allievi della Scuola di Barbiana, curato da Don Lorenzo Milani nel 1967.
“E’ un libro veramente bello, un vento di vitalità. Fa ridere da soli, e immediatamente dopo vengono le lagrime agli occhi. (…) Di questo libro devo dire in generale tutto il bene possibile: non mi è mai capitato di essere entusiasta di qualcosa e di sentirmi obbligato, costretto a dire agli altri: leggetelo! Lettera a una professoressa riguarda sì la scuola come argomento specifico, ma nella realtà riguarda la società italiana, l’attualità di vita italiana.” Sono parole di Pier Paolo Pasolini all’indomani della pubblicazione di un libro che avrebbe lasciato una vasta eco nella società italiana: e non è un caso che già dopo pochi anni i decreti delegati e più in generale una nuova idea di scuola (e di società) misero profonde radici, pur tra mille contraddizioni.
Oggi i tempi sono cambiati e di molto: è difficile ritrovare la realtà contadina di Barbiana o quella operaia di Calenzano (due luoghi fondamentali nell’universo di Don Milani), né c’è più la contrapposizione frontale tra mondo cattolico e comunista.
Negli ultimi anni, però - forse per effetti collaterali di globalizzazione, crisi economica e morale! - si assiste ad un ritorno a condizioni analoghe (pur tra mille differenze) a quelle nelle quali operò Don Milani nel suo percorso per “portare un uomo ad essere libero, ad essere soggetto consapevole”. Sta infatti sempre più venendo meno, per dirla con parole di Padre Balducci su Don Milani, “la laicità come immediatezza del rapporto tra uomo e uomo, (…) l’educazione come addestramento alla critica.”
Nella Lettera ai giudici di Roma Don Milani osservava: “La scuola è diversa dall’aula del tribunale. Per voi magistrati vale solo ciò che è legge stabilita. La scuola invece siede fra il passato e il futuro e deve averli presenti entrambi. E’ l’arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio: da un lato formare in loro il senso della legalità (e in questo somiglia alla vostra funzione), dall’altro la volontà di leggi migliori cioè il senso politico (e in questo si differenzia dalla vostra funzione). (…) Non posso dire ai miei ragazzi che l’unico modo d’amare la legge è d’obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservare quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate.”
Non c’è niente di meglio per definire il senso di questo spettacolo, oggi più che mai attuale nella inattualità di Don Milani per la recente riforma Gelmini, la nuova contestazione giovanile, per lo stato di perenne crisi delle istituzioni, per la massiccia indicazione di valori (per Don Lorenzo
dis-valori) che vengono imitati passivamente da individui non più soggetti.
“Lettera a una professoressa” dei Chille è un evento di narrazione ed affabulazione, scritto e “giocato” da Claudio Ascoli e dai suoi compagni, con parole, immagini e riflessioni su e da don Milani. E’ quasi superfluo sottolineare che la lunga esperienza dell’attore-regista sull’opera di Basaglia - maturata in oltre dieci anni di Passeggiata a San Salvi in cui ha incontrato oltre venticinquemila persone - sarà guida e sostegno in questa nuova, e per certi versi analoga, avventura. Non è un caso, infatti, che Ascoli proponga nell’evento un fil rouge tra Pasolini, Balducci, Basaglia e appunto Don Milani.
Lo spettacolo, divertente e spiazzante, è ricco di sorprese con un coinvolgimento attivo degli spettatori. Un’ora e trenta minuti di teatro per capire, emozionarsi, entrare in un percorso storico e politico per parlare dell’oggi a partire da Don Milani, dalla sua opera e dal suo tempo. Tutto ciò anche in compagnia dei tanti che lo accompagnarono, talvolta da lontano o in aperto contrasto: Don Facibeni, il cardinale Della Costa, La Pira, Pecorini, e naturalmente i suoi amatissimi allievi di Barbiana. L’ingresso allo spettacolo di sabato 21 maggio è libero.

Ultimo aggiornamento: Ven, 09/10/2015 - 15:48