IMMAGINI del MUGELLO
foto Alinari e d’epoca
Scarperia - Palazzo dei Vicari - dal 9 luglio al 16 agosto 2011
Apertura: da mercoledì a domenica ore 10-13 e 15,30-19,30
Biglietto d’ingresso € 3,00 (incluso biglietto museale)
Info: tel. 055 84527186 - 055 8468165
www.mugellotoscana.it - www.prolocoscarperia.it
UNA MOSTRA FOTOGRAFICA D’ALTRI TEMPI
Nel 1990 la Provincia di Firenze in collaborazione con la Comunità Montana Mugello Val di Sieve allestì la mostra “Immagini del Mugello - La terra dei Medici”: un gesto di attenzione ad un territorio che cominciava a muovere i primi consapevoli passi sulla strada del rafforzamento della propria identità geografica, politica, sociale ed economica.
La mostra comprendeva riproduzioni di foto d’epoca dei primi del Novecento realizzate dai Fratelli Alinari ed altri pionieri dell’arte fotografica, una testimonianza del patrimonio artistico, di paesaggi, gente, mestieri e folclore di un periodo di grandi mutamenti.
Dopo vent’anni, l’Assessorato al Turismo della Comunità Montana ripropone la parte più significativa della mostra: 69 affascinanti immagini del Mugello dei primi del ‘900 evidenziano un contesto paesaggistico, economico e sociale molto diverso da quello attuale.
Invitiamo il frequentatore della mostra a scoprire le somiglianze e le differenze: le testimonianze del patrimonio artistico rimasto immutato nel tempo; il paesaggio che, lontano dai centri abitati, spesso rispetta le secolari geometrie e modificato nelle specie coltivate; i mestieri agricoli ed artigianali che, se pur modernizzati, continuano ad essere presenti.
PAESAGGI
Il comprensorio del Mugello e della Romagna Toscana rappresenta una realtà geografica piuttosto differenziata quanto ai caratteri paesistico-ambientali: questo è infatti costituito da tre grandi partizioni fisico-umane, quali la montagna appenninica e sub appenninica, la collina, la pianura che si allarga intorno al fiume Sieve. Anche la diversa esposizione (adriatica o tirrenica), con relative specificità climatiche, e la diversa natura dei terreni hanno contributo alla formazione di tante piccole unità paesistiche all’interno delle citate tre “fasce” morfologico-climatiche.
Al di là dei connotati determinati dalla natura, il comprensorio è il risultato degli interventi promossi dalle società umane fin dall’età etrusco-romana. Di sicuro, le basi che hanno sorretto fino all’ultimo dopoguerra l’organizzazione del territorio sono state definite nel Medioevo quando si affermò il sistema “curtense” proprio dell’assetto feudale, imperniato sul completo dominio dei signori laici (Ubaldini, Guidi, ecc.) ed ecclesiastici sulle risorse ambientali e sociali. Di questa lunga fase storica restano evidenti testimonianze nel fitto reticolo degli insediamenti umani, soprattutto pievi, conventi e abbazie, castelli e villaggi rurali non fortificati. A partire dal XIII secolo, il Comune di Firenze sconfisse il regime feudale e - a poco a poco - unificò tutto il comprensorio: da allora, il sistema “curtense” cominciò a essere soppiantato da una nuova organizzazione spaziale i cui segni improntano ancora oggi in profondità soprattutto le aree pianeggianti e collinari. Ai castelli e ai villaggi agricoli subentrano - come nuovi fulcri di controllo del territorio espressi dalla borghesia fiorentina - i borghi e i mercatali spesso fortificati, le case coloniche isolate della mezzadria e le ville che gradualmente si trasformarono in fattorie; contemporaneamente si dilatarono (a spese dei boschi e degli incolti) le coltivazioni, i parchi ed i giardini, si costruirono strade, si regimarono i fiumi. Il “bel paesaggio” del podere mezzadrile e delle colture promiscue (seminativi, viti, olivi, alberi da frutta, gelsi, ecc.) occupò gran parte delle aree di pianura e collina, arrestandosi soltanto di fronte alle invincibili difficoltà climatiche della montagna, dove resistette la piccola proprietà locale: questa continuò a sfruttare, fino ai nostri giorni, in modo integrato, le risorse forestali, pascolative e agricole (seminativi nudi) e ad abitare per lo più nei centri e nei piccoli aggregati.
Le fotografie “d’epoca” offrono chiara testimonianza oltre che di questi caratteri paesaggistici storicamente costanti anche dei mutamenti in atto, fra Otto e Novecento, soprattutto nei principali insediamenti abitati (ubicati nei fondivalli e lungo le maggiori vie di comunicazione) che tendono a proiettarsi al di là delle cerchie murarie con nuove espansioni urbanistiche e a qualificarsi come “centri di servizio, commercio e industria” per le aree rurali. Contemporaneamente si riqualifica e si potenzia pure il sistema delle infrastrutture mediante la costruzione di tante strade rotabili e delle ferrovie. Con gli scorci del “bel paesaggio” agrario, del lavoro e della vita quotidiana, degli insediamenti accentrati e sparsi e degli altri beni culturali che non di rado esprimono rilevanti valori di ordine urbanistico, architettonico, artistico e storico, le fotografie “d’epoca” documentano pure aspetti che oggi sono del tutto scomparsi o sono radicalmente mutati: è il caso, solo per fare due esempi, dell’ingente patrimonio architettonico che è andato distrutto a causa del terremoto del 29 giugno 1919 (e di quello ancora più ingente che si è perduto per l’incuria e l’ingiuria dell’uomo), è il caso dei nuovi boschi impiantati fra Otto e Novecento sulle denudate pendici montane.
IL LAVORO
Le immagini di questa sezione rimandano ad una realtà agricola estesa e variegata, di pianure e di montagna, secondo le caratteristiche di un territorio fortemente articolato in grandi proprietà fondiarie condotte prevalentemente a mezzadria e in piccole e piccolissime proprietà montane legate all’allevamento, all’attività del bosco (legna, carbone e castagne) e ad una povera agricoltura di autoconsumo. La contiguità con gli antichi insediamenti di fondovalle o di strada esalta il collegamento diretto tra città e campagna, tra lavoro agricolo, artigianato e lavoro a domicilio, secondo il modulo di una campagna per certi aspetti già tradizionalmente “urbanizzata”. Troviamo così accanto alle classiche operazioni agricole, l’allevamento ed i lavori del bosco, le cosiddette “pluriattività domestiche”, e poi un fiorente artigianato di lunga tradizione o anche più recente: è il caso dei coltellinai e dei cavatori di pietra. Queste attività protoindustriali fanno da sfondo ad alcuni insediamenti industriali veri e propri come le filande di Marradi (seta), le fornaci di Borgo San Lorenzo, preludio della futura espansione della piccola industria in tutto il Mugello e la Val di Sieve. Le fiere, le esposizioni e le mostre costituiscono così lo specchio del lavoro nel territorio e un’occasione di socializzazione e di incontro.
LA VITA SOCIALE
La ricchezza della vita sociale è documentata da antiche fotografie di gruppi familiari, feste, occasioni d’incontro ed è la testimonianza di un territorio che ha subito un intenso processo di acculturazione, favorito dalla sua dislocazione fra regione padano - adriatica e bacino fiorentino. Il nucleo centrale della vita sociale fra Ottocento e Novecento è ancora la famiglia, nelle sue articolazioni di classe e nelle sue strutture patriarcali e gerarchiche. Seguono le immagini di gruppi scolastici che documentano un processo di scolarizzazione che - per quanto limitato alle prime classi elementari - appare ormai avviato nell’Italia liberale e agevolato nella nostra zona dalla contiguità fra la campagna e la fitta trama dei borghi. Eccezionale è la presenza del poeta Giosuè Carducci che soggiornava spesso in Mugello, ospite dell’aristocrazia locale.
Ricco è anche il panorama di immagini dedicato alle feste tradizionali, comprese le feste in costume del periodo fascista. Assai diffusi in tutto il comprensorio risultano i gruppi sportivi e in particolare quelli ciclistici, calcistici ed i gruppi musicali, quest’ultimi emblemi di una tradizione cittadina che si identifica spesso con la banda del paese. Non mancano infine l’automobile e la passione per le gare sportive che nel comprensorio trovarono una loro consacrazione con la nascita del circuito automobilistico del Mugello.
Per la mostra sono state utilizzate riproduzioni di fotografie provenienti dalla mostra “IMMAGINI DEL MUGELLO - La terra dei Medici” .
Ringraziamo l’archivio Alinari e tutti coloro che nel 1990 hanno permesso la riproduzione di fotografie conservate nelle loro raccolte:
Fototeca Touring Club Italiano, Giancarlo Bartolini Salimbeni, Biblioteca Comunale di Palazzuolo sul Senio, Biblioteca Comunale di Scarperia, Alfredo Canaletti, Giorgia Castelli Ulivi, Convento di San Carlo, Famiglia Lapucci, Aldo Giovannini, Gruppo Archeologico Dicomano, Gruppo Fotografico Il Tiglio, Istituto di Selvicoltura dell’Università di Firenze, Giuseppe Margheri, Museo di Casa d’Erci, Giuseppe Tarabusi, Giovanni Vettori, Sergio Zacchini, Foto Ottica Bacci, Alberto Bencini.