Il tempo pieno non c'è più? L'idea la trovano Comune, scuola e genitori


Alla scuola elementare di Luco nei due pomeriggi "tagliati" ora attività educative

COMUNE BORGO SAN LORENZO

Il tempo pieno non c'è più? L'idea la trovano Comune, scuola e genitori
Alla scuola elementare di Luco nei due pomeriggi "tagliati" ora attività educative

“Alleanza” tra scuola, Comune e famiglie per la scuola elementare di Luco.

Il ministero dell’Istruzione non aveva concesso il tempo pieno per le prime e seconde classi, con conseguenti proteste e mobilitazione da parte dei genitori oltre che del Comune. Adesso, però, una soluzione è stata trovata, e si è dato il via a una nuova esperienza concepita da famiglie, Comune e Direzione didattica che permette di svolgere attività, non scolastica ma educativa, nei due pomeriggi, quelli del mercoledì e venerdì, che erano stati “tagliati”.

Una proposta educativa sviluppata di concerto tra i genitori interessati, il sindaco Giovanni Bettarini e l’assessore alla Pubblica Istruzione e vicesindaco Giunia Adini, la Dirigente scolastica Laura Quadalti, gli educatori del Centro Remida e la cooperativa Alveare, con la disponibilità e la collaborazione delle insegnanti delle classi e dei custodi del plesso. “Mentre la scuola elementare di Ronta ha ottenuto il tempo pieno anche per quest’anno scolastico, a quella di Luco, come sappiamo, non è stato riconosciuto - sottolinea l’assessore alla Pubblica Istruzione Giunia Adini -. Per venire incontro alle esigenze delle famiglie, su loro impulso e volontà, abbiamo cominciato a riflettere insieme, cioè genitori, Amministrazione e Direzione didattica, su cosa potessimo fare per offrire comunque un’attività che avesse una forte valenza educativa e in questo percorso abbiamo trovato a fianco anche la scuola con la direttrice Quadalti che ha dato la disponibilità per far svolgere attività educative all’interno dei locali scolastici e le insegnanti per integrare e raccordare con i programmi d’insegnamento le esperienze di educazione ambientale e riuso creativo dei materiali del Centro Remida”.

L’iniziativa però non è a costo zero (300 euro per l’intero anno scolastico) e ad aderire sono state 22 famiglie su 37: “Il Comune è intervenuto negli spazi lasciati scoperti dall’istituzione competente, cioè il ministero dell’Istruzione, con il coinvolgimento del gruppo dei genitori e della scuola, con una proposta con finalità educative che comunque presentava dei costi da sostenere - precisa l’assessore Giunia Adini -. I genitori interessati si sono resi parte attiva e disponibili a contribuire economicamente con una quota, il Comune assicura il servizio mensa per le classi mentre la scuola concede l’uso e la pulizia dei locali per le attività con gli educatori del Remida”. E così 22 bambini da pochi giorni trascorrono due pomeriggi a “imparare, fare e riusare”.

“Se riuscissimo a trovare uno sponsor o contributi di privati - conclude l’assessore Adini - potremmo abbattere i costi e liberare le famiglie da queste spese e credo ad allargare la partecipazione. Qualcuno si fa avanti?”.

 

ufficio stampa

 

Ultimo aggiornamento: Ven, 09/10/2015 - 15:47